Quanto abbiamo perso in soldoni con l’ultimo contratto? Quanto possiamo recuperare? "Due sentenze danno ragione ai nostri ricorsi gratuiti".

Gentili Colleghe e Cari Colleghi di ITAMIL,
desideriamo aggiornarvi sulle ragioni che hanno portato alla mancata sottoscrizione del contratto 2022-2024 e sulle motivazioni che hanno guidato la nostra linea sindacale in questi mesi.
Perché ITAMIL non ha firmato il contratto 22/24
1. Non siamo stati coinvolti dal Governo nella distribuzione delle risorse economiche previste per il contratto.
2. Nel comparto della Funzione Pubblica erano stati stanziati fondi che consentivano aumenti di circa 100 euro limitatamente al 2024, con effetti marginali sulle indennità operative, distribuite inoltre in maniera non omogenea e con diverse specialità escluse.
3. Si registra una perdita del potere d’acquisto degli stipendi: stimiamo circa 2.600 euro in due anni, pari a quasi 300 euro lordi mensili di mancato adeguamento.
4. Non sono stati riconosciuti gli aumenti e gli arretrati riferiti al 2022 e al 2023; a ciò si sommano gli effetti di oltre vent’anni di rinnovi insufficienti che hanno inciso negativamente sulle retribuzioni complessive, con una perdita stimata superiore a 25.000/30.000 euro lordi per militare.
5. Se i rinnovi contrattuali fossero stati aggiornati correttamente nei tempi previsti, oggi gli stipendi avrebbero potuto registrare incrementi nell’ordine di circa 700 euro mensili.
6. Abbiamo chiesto l’abolizione del CFI e del CFG, poiché il pagamento dell lavoro straordinario in modalità forfettaria risulta in contrasto con l’articolo 36 della Costituzione, che garantisce una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto.
Molte sigle Sindacali firmatarie del contratto difendono il cfi e cfg.

Contesto e criticità riscontrate in funzione pubblica " il presidente del consiglio poteva recepire le risorse necessarie sul contratto".
Di fronte alla nota insufficienza delle risorse stanziate, abbiamo abbandonato i lavori in Funzione Pubblica e richiesto un incontro con il Presidente del Consiglio, ritenendo che soltanto tale autorità istituzionale potesse intervenire con ulteriori fondi, come avvenuto in precedenti rinnovi.
L'incontro non è stato concesso e sono stati disposti provvedimenti disciplinari nei confronti del Segretario Generale Girolamo Foti, poi annullati dal TAR. Non possiamo verificare le motivazioni dei provvedimenti, ma evidenziare che sono concisi temporalmente con la fase cruciale del rinnovo contrattuale in particolare dopo la nostra decisione di abbandonare i lavori.

Il tradimento alla causa di alcuni colleghi che hanno cambiato casacca.
A fronte di alcuni colleghi che, dopo aver votato in sede interna la contrarietà alla firma del contratto, hanno successivamente cambiato orientamento aderendo a sigle sindacali firmatarie dello stesso, (forse attratti da qualche gerarca illuminato nel mondo sindacale) si è registrato un evidente mutamento di posizione.
Non possiamo verificarne le motivazioni individuali; osserviamo tuttavia che tale scelta ha rappresentato un allontanamento dalla linea sindacale condivisa e dai colleghi che avevano sostenuto con coerenza il percorso avviato da ITAMIL.

Il coraggio lo spirito di Corpo della stragrande maggioranza degli iscritti ITAMIL
La maggior parte dei nostri iscritti, invece, ha mantenuto fiducia e sostegno verso ITAMIL, esprimendo di fatto la solidarietà al Segretario Generale Girolamo Foti e al Presidente Sandro Frattalemi, quest'ultimo oggetto di campagne diffamatorie con lettere anonime, i cui presunti autori sono stati rinviati a giudizio.

I ricorsi promossi gratuitamente da ITAMIL intendiamo recuperare i nostri soldi.
I ricorsi attivati da ITAMIL per i propri iscritti si basano su elementi giuridici verificabili:
- possibili condotte antisindacali in violazione degli artic. 21, 39 e 54 della Costituzione;
- mancato coinvolgimento nella distribuzione delle risorse contrattuali;
- richiesta di abolizione del CFI/CFG e adeguamento degli stipendi al costo della vita, richiamando l’art. 36 della Costituzione.
Due sentenze confermano la solidità dei ricorsi ITAMIL ESERCITO
Segnaliamo inoltre che la Corte di Cassazione, con le sentenze n. 28230/2023 e n. 27711/2023, ha stabilito che il trattamento economico previsto dai contratti collettivi non rappresenta più una garanzia assoluta di “giusta retribuzione”, ma una presunzione relativa: il giudice può verificare se la retribuzione sia proporzionata e sufficiente, come richiesto dalla Costituzione.
Potere d’acquisto e pressione fiscale
Un esempio concreto:
nel 2021, un lavoratore con 2.000 € lordi/mese per 13 mensilità (26.000 €/anno) pagava un’IRPEF pari al 23%;
nel 2024, con un incremento a 2.200 € lordi/mese (28.600 €/anno), l’aumento nominale è stato eroso dall’inflazione cumulata (circa 17%) e dal maggior carico fiscale che può comportare il passaggio allo scaglione superiore.
In sostanza, l’aumento non ha rafforzato il potere d’acquisto, mentre altri Paesi prevedono l’indicizzazione automatica degli scaglioni fiscali per evitare tali distorsioni. In Italia questo meccanismo non è stato implementato.

ITAMIL ha deciso di avviare un’azione strutturata per tutelare le condizioni economiche dei militari, anche in prospettiva delle future pensioni che potrebbero scendere sotto il 55% dell’ultimo stipendio. Ritengo che sostenere sigle responsabili delle attuali disparità economiche non favorisca il personale. ITAMIL e USAMI continuano a denunciare tali criticità.
Per questo riteniamo fondamentale il contributo di chi desidera un cambiamento reale: iscriversi a ITAMIL significa assumere una posizione coerente e coraggiosa in difesa della dignità professionale e dei diritti economici del personale militare.
Se non sei iscritto, iscriviti a ITAMIL.
Per informazioni: www.itamil.it – WhatsApp 347 461 8595
Se sei già iscritto, porta un collega. Sostieni la nostra causa.
PIÙ FORTI NOI, PIÙ FORTE TU!
MENO FORTI I PALAZZINARI.
Noi con la schiena dritta!
