STOP AL SILENZIO: IL PERSONALE MERITA RISPOSTE POLITICHE CONCRETE – IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO INCONTRI I SINDACATI MILITARI

Alla Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Giorgia Meloni
Il sindacato Itamil Esercito richiede un chiarimento ufficiale sulle intenzioni del Governo riguardo a pensioni, salari e futuro dei Volontari, temi sui quali non risultano ad oggi informazioni sul rinnovo del contratto 2025–2027 né indicazioni sulle risorse necessarie per garantire un adeguato trattamento economico.
Persistono inoltre gli effetti critici della legge 244, che [Non verificato] continuano a incidere su organici, turn over, condizioni familiari, alloggi e infrastrutture. È necessario un intervento chiaro e tempestivo.
La stampa ha recentemente riportato le seguenti posizioni del Ministro della Difesa On. Guido Crosetto:
«La legge 244 va superata perché non è più adeguata alla realtà attuale», con particolare riferimento ai limiti di organico.
Volontà di chiudere o ridurre l'operazione Strade Sicure, ritenendo necessario riportare il personale militare alle funzioni operative proprie.
Tali dichiarazioni confermano la necessità di rivedere l'attuale modello di impiego del personale e di avviare una riforma coerente dello strumento militare.
Itamil Esercito chiede alla Presidente del Consiglio di incontrare le rappresentanze sindacali militari, come avvenuto in passato con altri Presidenti del Consiglio. Il confronto è indispensabile per conoscere le linee d'azione del Governo e per illustrare le esigenze concrete del personale.
Punti prioritari
– un adeguamento salariale coerente con il costo della vita;
– un rinnovo contrattuale senza ulteriori ritardi;
– correttivi alla legge 46/2022;
– indicazioni sul futuro dell'Esercito e sulla revisione del modello di difesa;
– il coinvolgimento dei sindacati nelle decisioni che riguardano il personale.
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Ulteriori criticità da affrontare
Un ulteriore tema di assoluta urgenza riguarda la questione pensionistica, che rischia di trasformarsi in un grave problema sociale: il personale militare, con gli attuali parametri contributivi, potrebbe arrivare a percepire pensioni pari a circa il 55% dell'ultimo stipendio, con inevitabili ricadute sulla stabilità economica delle famiglie.
A ciò si aggiunge il problema delle famiglie divise dal lavoro: il pendolarismo forzato produce usura fisica ed economica, indebitamento, tensioni familiari e un aumento di separazioni e divorzi.
Sono aspetti che richiedono interventi concreti, poiché l'evoluzione industriale e tecnologica degli armamenti deve procedere parallelamente alle esigenze delle risorse umane. Il livello attuale di benessere del personale non può essere considerato soddisfacente.
Intervento richiesto sulla legge 46/2022
È inoltre necessario un intervento legislativo volto a migliorare la legge 46/2022, al fine di ristabilire un corretto equilibrio nella tutela del personale tra personale contrattualizzato e personale dirigente, prevenendo situazioni di conflitto d'interesse nell'esercizio dell'attività sindacale.
Per garantire autonomia, indipendenza e imparzialità, riteniamo che i dirigenti debbano essere equiparati – sul piano delle incompatibilità e delle tutele – alla magistratura, al pubblico impiego e alle forze di polizia, anche attraverso la costituzione di una specifica associazione di categoria.
Si ritiene inoltre opportuno eliminare alcuni passaggi della legge 46/2022 che risultano,secondo diverse interpretazioni, in contrasto con gli articoli 21 e 39 della Costituzione, per assicurare piena libertà sindacale e corretta rappresentanza del personale militare.
Appare infine illogico e discriminatorio escludere i militari in pensione dalla partecipazione ai sindacati militari. Una normativa che nasce come "specifica" deve essere inclusiva, non emarginante, e valorizzare l'esperienza del personale in congedo quale parte integrante della comunità militare.
