Strumento militare in corso d’opera preoccupa e diffonde malessere. “Graduati emarginati dal testo, VFI direttamente sergenti senza chiarimenti sulla stabilità, categorie stagnate nei gradi e timori di rottamazione.

ITAMIL, sulla base delle informazioni finora emerse dalla stampa e dei contenuti istituzionali divulgati sui decreti attuativi relativi allo strumento militare nazionale e al Codice dell’Ordinamento Militare, segnala una crescente preoccupazione e un diffuso malessere che stanno attraversando il personale delle Forze Armate.
Dai materiali circolati emergono riferimenti puntuali a ufficiali, marescialli, sergenti e a percorsi accelerati per i VFI, mentre i Graduati risultano assenti o marginali nel testo divulgativo, alimentando una percezione di emarginazione di un ruolo che rappresenta la prima linea operativa ed è già esposto a fragilità professionali ed economiche.
Particolare allarme desta l’ipotesi di transito diretto dei VFI nel ruolo dei sergenti, senza un chiarimento esplicito sulla stabilizzazione e sul destino di coloro che non accederanno a tali passaggi. Questa incertezza rischia di generare aspettative non sostenibili e nuove sacche di precarietà.
Il malessere è trasversale e coinvolge più categorie.
I Sergenti continuano a svolgere funzioni di altissima responsabilità senza adeguati riconoscimenti economici né reali prospettive di avanzamento.
I Marescialli ex 958 risultano penalizzati dall’età anagrafica nei meccanismi di avanzamento, con il rischio di concludere la carriera nel medesimo grado.
I Marescialli del nuovo iter, nonostante lunghi percorsi professionali, mobilità e responsabilità crescenti, appaiono stagnati nel grado, con un ruolo direttivo non adeguatamente valorizzato, anche quando sostituiscono comandanti di compagnia o capi ufficio senza indennità di comando.
Analoga stagnazione è percepita dai Tenenti Colonnelli, che restano per lunghi periodi fermi nel grado, rafforzando l’idea di un blocco generalizzato delle carriere.
In questo scenario si fa strada la preoccupazione di un avvio di una nuova “rottamazione” del personale, nella quale gli effetti delle scelte legate alla legge 244 e alle decisioni della classe dirigente politica e militare dell’epoca rischiano di ricadere ancora una volta su chi oggi è in servizio.
ITAMIL ricorda che il Ministro della Difesa ha affermato che dovranno essere i protagonisti a parlare del futuro delle Forze Armate.
Per questo ITAMIL chiede che accanto ai livelli di comando trovino spazio reale di confronto anche le rappresentanze della base, in particolare le APCSM, che hanno il compito di tutelare i diritti dei militari e delle loro famiglie.
Nel pieno rispetto del principio di neutralità politica, ITAMIL ribadisce un dato di realtà: i militari non fanno politica, ma votano, e giudicheranno l’operato di chi governa anche sulla base delle scelte che incideranno sul loro futuro professionale, economico e familiare.
Per queste ragioni ITAMIL ha avviato richieste di interlocuzione con il Parlamento, affinché la politica non escluda il personale e le sue rappresentanze dalle trattative su riforme che riguardano direttamente la vita e la dignità professionale di migliaia di militari.
ITAMIL continuerà a monitorare l’evoluzione dei provvedimenti e a rappresentare con determinazione il disagio del personale, ribadendo che lo strumento militare non può essere riformato creando esclusioni, blocchi di carriera e nuove fratture interne.
